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Capitolo 13 Il Governo della famiglia di Dio, Manca il testo 1

30. Perciò fuggi, e piangi e implora laddove i tuoi piedi ti porteranno; e dove essi non ce la faranno più a portarti oltre, là rimani, piangi, implora e prega perché tu non vada in rovina, e anche Eva e tutti gli altri a causa tua!»

31. E vedi, allora Adamo si rialzò e volle fuggire secondo il comando di Dio dato per mezzo dell’angelo; ma vedi, egli non riusciva, poiché i suoi piedi erano come paralizzati. E incominciò a tremare in tutto il corpo, poiché lo assillava la grande paura del giudizio di Dio, che l’angelo del Signore gli aveva minacciato.

32. Allora Adamo cadde di nuovo con la faccia a terra e pianse e gridò a voce altissima: «Signore, Tu onnipotente, grande Dio, nella Tua grande Gloria di ogni Santità, non chiudere totalmente il Cuore del Tuo sconfinato Amore e della Misericordia a me, un debole davanti a Te, e donami almeno quella sufficiente forza, affinché io indegnissimo sia in grado di fuggire davanti ai Tuoi giudizi, secondo la Tua santissima Volontà, a cui sono soggette tutte le Tue creature, come io lo sono dalla cima dei capelli alla pianta dei piedi. Signore, ascolta la mia supplica!»

33. E vedi, allora parlò l’eterno Amore con la bocca dell’angelo – come Io parlo ora con la tua bocca impura – e disse ad Abele:

34. «Abele, vedi il padre del tuo corpo; aiutalo a sollevarsi! E vedi sua moglie, Eva, la madre del tuo corpo, languire a terra, aiutala a rialzarsi, affinché entrambi e tutti gli altri vengano per mezzo tuo rinvigoriti per la fuga, e il buon Padre santo gioisca di te, mostrando il tuo amore al debole padre del tuo corpo, così come alla tua fragile madre, e così anche a tutti i tuoi fratelli e sorelle, siano essi benedetti o non benedetti; la tua forza infatti li rinvigorirà, e la pienezza della benedizione in te li ristorerà! E così con la mano dell’amore filiale e con la mano della fedeltà fraterna, conducili pure, con ogni pazienza e amore, fino al posto che Io ti indicherò; ed essi, una volta giunti, cadranno tutti a terra esausti!

35. Là rimani, e lascia riposare gli affaticati, e là tu raccogliti davanti a Me, affinché Io ti conceda forze in grande pienezza, per rinvigorire i tuoi genitori secondo la misura della loro necessità e capacità di accoglierle, e per ristorare i tuoi fratelli e sorelle secondo il loro bisogno e secondo la loro capacità di accoglierle. E ora fa’ quello che ti ho ordinato, per amore verso di loro e per ubbidienza verso di Me!»

36. E vedi, allora il pio Abele fu pervaso da grande pietoso amore, s’inginocchiò e ringraziò Dio dal più profondo del cuore, sciogliendosi in lacrime, e poi, rinvigorito dall’Alto, afferrò le mani dei deboli genitori e fece per grande amore quello che il Signore gli aveva ordinato.

37. E quando Adamo vide suo figlio aiutare lui e anche la madre, nonché tutti gli altri, disse allora commosso: «O tu mio caro figlio, che venisti ad aiutarmi in questa nostra grande pena, ricevi dunque anche tutta la mia benedizione, per ringraziamento e per consolazione del tuo debole padre e della tua debole madre!

38. E ringrazia tu il Signore, tu che ancora sei degno dell’Amore del Padre santo, al posto mio e di noi tutti che ci siamo resi indegni di pronunciare il Suo Nome santissimo!

39. E così fuggiamo dunque secondo la Volontà del Signore!»

40. E vedi, allora l’angelo brandì la spada della Giustizia, ed essi fuggirono tutti quanti a passi veloci, giorni e notti continuamente, senza riposo e senza sosta.

41. E così giunsero nel già nominato paese, quando il Sole stava al suo culmine e bruciava intensamente; e non un’erba si poteva vedere sul suolo tutt’intorno, neppure a grande distanza, e neanche un albero, né un cespuglio. E vedi, allora Adamo ed Eva e tutti gli altri si accasciarono a terra spossati e completamente esausti, nella polvere cocente, e chiusero gli occhi, oppressi dalla potenza del sonno che li stordiva, e dormirono come svenuti, incatenati dai lacci della debolezza nella privazione della Grazia.

42. E vedi, allora l’angelo del Signore, che finora li aveva seguiti visibilmente, si avvicinò ad Abele che stava ritto in pienissima freschezza di potenza e forza dall’Alto, e disse:

43. «Abele, vedi, di tutte le offerte che in ogni purezza del tuo animo hai fatto al Signore della Santità, nessuna fu più grande di questa, e nessuna fu a Lui così gradita! Prendi dunque, secondo la Volontà dall’Alto, questa spada della Giustizia dalla mano del tuo fratello dall’Alto – poiché vedi, così noi siamo figli dell’unico e stesso Padre santo – e gestiscila secondo la potenza della Sapienza e secondo la forza dell’Amore per il maggior bene dei tuoi, e fa divampare in essi l’indebolita forza della vita, e rendi di nuovo ardente l’amore per l’Amore del Padre santo, e attizza la fiamma del giusto timore di Dio nei loro cuori! Io però non ti abbandonerò, ma resterò invisibilmente, e quando tu vuoi anche visibilmente, al tuo fraterno fianco con grande amore, sempre pronto a servirti nella Volontà del Signore.

44. Poiché vedi, la consegna della spada significa la tua pienissima libertà come la mia, e così la Volontà del Signore è diventata la tua, e ti ha posto al di sopra di ogni Legge, e ti ha dato in proprietà i Comandamenti, e ora tu sei, come me, un figlio immortale dell’Amore del Padre santo nel puro regno di luce dei liberi spiriti!

45. E ora fa’ ai tuoi genitori e ai fratelli del corpo secondo il tuo amore e la tua sapienza!».

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