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Capitolo 14 Il Governo della famiglia di Dio, Manca il testo 1

Adamo riconosce il suo stato e si pente

16. Ecco, quest’unica cosa ancora ci ha lasciato il Signore: – le lacrime del pentimento e le lacrime del cordoglio! RingraziamoLo dunque di questo dal più profondo dei nostri cuori!

17. Oh, che immensa fortuna per noi è ancora questa, dato che il Signore ci ha fatto questo dono ricchissimo! Che cosa mai saremmo noi senza questa grazia?

18. Dunque, nella profonda coscienza della nostra totale abiezione, prostriamoci a terra e piangiamo, e affliggiamoci fino a quando nessuna lacrima e nessuna stilla di questo nostro cordoglio potranno più scorrere dai nostri occhi e finché non avremo restituito al Signore quello che è Suo e del quale non siamo abbastanza degni; e poi Egli faccia di noi, secondo la Sua Giustizia santissima, quello che è la Sua Volontà, santa e in ogni tempo buona, e che è stata fin dall’eternità!».

19. E vedi, allora Adamo con tutti i suoi si prostrò a terra e fece secondo quanto gli dettava il suo riconoscimento tramite quella minima parte della Grazia rimastagli, per mezzo della tacita e segreta Misericordia dell’eterno Amore nel Padre. Adamo pianse, e si dolse amaramente assieme a tutti i suoi, eccetto Caino. Quest’ultimo, come gli altri, si era pure prostrato a terra, ma il suo occhio rimase asciutto; anzi, si adirò per non poter piangere anche lui come tutti gli altri. Ed egli allora si alzò e se ne andò via. E mentre se ne andava così, fissando il suo sguardo sul terreno verdeggiante, ecco che scorse improvvisamente una serpe che strisciava fra l’erba; allora egli si chinò, e afferratala la fece a pezzi; e in preda all’ira e al furore ne divorò la carne, rendendola così carne propria.

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