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Capitolo 15 Il Governo della famiglia di Dio, Manca il testo 1

12. Ecco, io non sono degno dell’esistenza: – annientami dunque per l’eternità, fino nel mio più intimo fondamento, affinché d’ora innanzi io non sia più niente in eterno, e affinché il massimo peccato, che è unicamente mio, venga così cancellato per tutta la discendenza benedetta di Adamo e di Eva!»

13. Ed ecco, suo fratello Abele allora brandì nuovamente la spada nella sua mano sinistra, ma questa volta ponendola sul petto di Caino.

14. E vedi, subito una nuova vita si irradiò in Caino, e la “fame della morte” lo abbandonò, ma al suo posto si fece tanto più sentire in lui la “fame della vita”. Al momento però egli non poteva trovare ciò che lo avrebbe potuto saziare, e poiché non trovava nulla, si rivolse nuovamente ad Abele, e così parlò:

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