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Capitolo 15 Il Governo della famiglia di Dio, Manca il testo 1

13. Ed ecco, suo fratello Abele allora brandì nuovamente la spada nella sua mano sinistra, ma questa volta ponendola sul petto di Caino.

14. E vedi, subito una nuova vita si irradiò in Caino, e la “fame della morte” lo abbandonò, ma al suo posto si fece tanto più sentire in lui la “fame della vita”. Al momento però egli non poteva trovare ciò che lo avrebbe potuto saziare, e poiché non trovava nulla, si rivolse nuovamente ad Abele, e così parlò:

15. «Vedi, o fratello, ho una grande fame di un cibo di Vita: – un cibo che abbia la vita in sé, e non la morte, com’era con la carne del serpente e con il suo freddo sangue! Perché, vedi, fratello, essendomi venuta dal profondo del mio essere la conoscenza di come io ero prima, e di come sono ora, io adesso sento in me un grande pentimento, e percepisco una grande fame e una sete ardente dell’Amore divino e della Sua immensa Misericordia! Poiché, vedi, io piango senza voce, e il pentimento è in me senza lacrime: – saziami quindi con la voce dell’Amore, e calma la mia grande sete con le lacrime del pentimento!

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