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Capitolo 8 Il Governo della famiglia di Dio, Manca il testo 1

La caduta nel peccato (originale)

3. E vedi, Adamo tacque, riflettendo alle parole di Eva. Ma una voce interiore, che era santa poiché proveniva dalla Divinità in lui, gli disse: «Se voi mangerete del frutto di quest’albero, morirete!». E Adamo se ne spaventò molto, così che non poté dare alcuna risposta all’amata Eva.

4. E la brama si accrebbe in Eva, e l’attrasse sotto l’albero e le disse di cogliere una mela da esso. E Adamo si accorse che Eva era diventata infedele al suo cuore, e divenne triste e disse:

5. «Eva, Eva, che fai? Vedi, non siamo ancora benedetti dal Signore della Potenza e della Forza e della Vita! Vedi, tu tieni in mano il frutto della morte; gettalo via da te, affinché noi non moriamo nella nudità davanti al Signore della Giustizia!»

6. E vedi, allora Eva si spaventò nella sua brama davanti alla serietà di Adamo, e lasciò cadere a terra il frutto della morte. E la sua brama l’abbandonò, ed ella divenne libera dalla sua brama, e Adamo trovò grande compiacimento per la liberazione dai lacci della mortifera brama di Eva.

7. Ma vedi, la brama bandita da Eva, dal suo cuore, giacque ora sulla terra, e per la potenza della collera giudicatrice della Divinità si plasmò nella figura di un grosso serpente, che prese il frutto della morte nelle sue fauci, strisciò sull’albero e lo avvolse nelle sue spire in tutti i rami, grandi e piccoli, dalla radice fino alla cima, e rivolse sguardi fissi ad Eva. Ed Eva se ne accorse e guardò il serpente, e Adamo se ne accorse pure attraverso Eva; ma egli non vedeva ancora il serpente.

8. E vedi, Eva si avvicinò al serpente e osservò con grande piacere le sue seducenti spire attorno all’albero, e i colori cangianti della sua fredda corazza di squame.

9. Ma il serpente si mosse e mise la mela nel grembo di Eva che ora stava seduta, poi rialzò la sua testa e rivolse ad Eva le seguenti parole:

10. «Eva, vedi tuo figlio, scacciato da te, avvolgere l’albero del tuo piacere! Non disdegnare il piccolo dono che io ti misi nel grembo, ma godi tranquillamente il frutto del tuo amore; tu non solo non morrai, ma ti sazierai per la conoscenza di ogni vita sopra a Dio, che tu temi, quando invece Egli è più debole di te!». – E vedi, allora la lingua del serpente si divise e divenne più appuntita di una freccia, e il serpente chinò la sua testa verso il petto di Eva, come se volesse baciarla alla maniera infantile; esso invece cacciò ora le sue due frecce velenose nei seni di Eva, ed Eva scorse la sua propria figura nel serpente.

11. E ora anche Adamo notò quello che avveniva sotto l’albero, e gli piacque moltissimo la seconda Eva, e non si accorse che era solamente un serpente. E vedi, allora anche lui si accese nella sua brama, nel piacere per la seconda Eva, prese il frutto dal grembo di Eva, divenne infedele al suo amore e godette del frutto proibito dal grembo di Eva con voluttuosa brama; e nel godimento si riconobbe come quel primo che era andato perduto per la grande vanità del suo cieco egoismo, nel regno della Luce e dell’eterno Amore, che cadde nel mare d’ira della Divinità, che eternamente uccide inesorabile.

12. E ora vedi, come egli si ebbe così riconosciuto, e riconobbe l’accecata Eva attraverso di lui, allora un grande pentimento salì in lui dal profondo del suo cuore, ed Eva si vergognò della propria percepita nudità e della nudità di Adamo, e fu sgomenta dalla cima del capo alla punta dei piedi, e coprì la propria nudità con le foglie di un albero di fichi. E anche Adamo allungò le sue mani alle foglie per coprire le sue nudità, e si nascose in una caverna, e là pianse lacrime di grande dolore; ed Eva si nascose dietro un cespuglio di spine e si dolse enormemente per la sua colpa di seduzione.

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