Help

jakob-lorber.cc

Capitolo 9 Il Governo della famiglia di Dio, Manca il testo 1

Il giudizio del Signore

7. E vedi, essi non osavano guardare il volto del loro Padre, poiché erano spaventati da un grande tuono del mortifero giudizio proveniente dalla profondità della collera della Divinità.

8. E le fiamme dell’ira di Dio, l’Infinito, si rotolavano terribilmente attraverso tutti gli infiniti spazi fin giù sulla Terra, sulla quale ora stava il grande Amore accanto ai Suoi figli caduti, pentiti e dolenti, creati con la Sua Grazia misericordiosa.

9. E vedi, ci fu allora un’ardente lotta fra l’eterno Amore, di nuovo mosso a misericordia dal pentimento e dal cordoglio dei creati, e la Divinità incollerita che tutto voleva distruggere per espiare l’offesa alla Sua incorruttibile Santità.

10. Poiché vedi, le fiamme d’ira della Divinità incollerita precipitarono più veloci dei lampi giù sulla Terra, penetrarono fino al suo centro e l’accesero in ogni suo punto, e le fiamme devastatrici giunsero fino alla Luna e fino al Sole, anzi, esse raggiunsero tutte le stelle! E vedi, allora l’intera, incommensurabile infinità, fu un mare di fuoco, e tuoni terribili rullarono attraverso tutti gli spazi infiniti, e urlò la Terra, e mugghiò il mare, e la Luna pianse, e il Sole si lamentò, e tutte le stelle gridarono più forte di tutti i tuoni, oppresse per la troppo grande dolorosa paura dell’eterna distruzione, e le loro grandi voci echeggiarono rintronando dalle sconfinate profondità della collera della Divinità, e le voci gridarono:

11. «Grande Dio sublime, placa la Tua grande ira e spegni le fiamme devastatrici della Tua giustissima Collera, e risparmia gli innocenti nella Tua Santità, poiché la Collera infuocata della Tua ira distruggerà i giusti e annienterà l’eterno Amore in Te, e renderà Te stesso Suo prigioniero nella Tua immensa potenza e forza della Santità!»

12. E vedi e odi con occhi aperti e con orecchi aperti che cosa disse allora l’irata e incollerita Divinità; e il linguaggio tuttavia non lo comprese nessuno, se non unicamente l’eterno Amore che – nel tempo dello scoppio dell’ira e della collera che la Divinità protese sulla Terra urlante alla pentita coppia neocreata – impedì alla grande irata fiamma della Collera di toccare il luogo del pentimento di Adamo e il luogo del cordoglio di Eva, mediante la grande potenza e la forza della Sua Misericordia.

13. E ora odi e comprendi bene le terribili parole dell’ira dal profondo della collera della Divinità. Ed esse suonavano così:

14. «A che Mi serve l’urlare e il mugghiare della Terra? A che, il piangere delle lune? A che, il lamentare dei soli? E a che, il grido di dolore delle stelle? Poiché Io, Dio, sono solo, abbandonato dal Mio Amore che Mi è diventato infedele, che si è allontanato da Me per scendere giù sulla Terra a proteggere la duplice feccia della cattiveria! Cosa debbo fare senza di Lui? Perciò, voglio distruggere tutte le Sue opere dalle fondamenta e annientare tutto, affinché non ci sia più nulla che in tutte le future eternità delle eternità sia in grado di sottrarMi ed allontanare da Me il Mio Amore! Ed Io voglio rimanere Dio, l’Unico, in tutte le eternità delle eternità, com’ero fin dalle eternità delle eternità! E tu, marcio edificio della Creazione del Mio Amore, divenuto debole: – crolla in inutili rovine, nel nulla, affinché Io ritrovi il Mio Amore e Lo renda di nuovo forte con la potenza e la forza della Mia eterna Santità! Amen!»

15. E vedi, i legami delle creazioni in tutti gli spazi dell’infinità di Dio si sciolsero, e le rovine precipitarono attraverso i vasti spazi tra il grande rimbombare, il tuonare, il gridare, il rumoreggiare, il rombare e il sibilare nelle profondità delle profondità verso il loro annientamento, e in questo c’era la Terra stessa, che giaceva altrettanto in rovina nel vasto grembo dell’Amore misericordioso.

16. E i neocreati tremarono dalla paura alla terribile vista di questa grande e spaventosa scena di annientamento, la cui grandezza nessun spirito creato comprenderà mai interamente in tutta la sua pienezza, poiché essa era infinita.

17. E ora vedi e odi ancora quello che allora disse e fece l’Amore misericordioso! Senti le parole dell’Amore nella Sua potenza e guarda le grandi azioni della Misericordia nella Sua forza, e odi e comprendi bene le parole che così suonavano:

18. «Grande, onnipotente Dio di ogni Potenza, di ogni Forza e di ogni Santità! Ritira la Tua grande ira e spegni il fuoco della Tua collera che tutto distrugge, e odi dalla quiete della Tua santità le parole del Tuo eterno Amore, che è l’unica Vita in Te, eterna come Te e potente e forte come Te da Esso ed Esso da Te, e non voler annientare la vita in Esso e Te con Esso, ma usa clemenza e lascia che l’Amore Ti dia soddisfazione, ed esigi espiazione per la Tua Santità ferita e offesa, e nessun sacrificio sarà troppo grande per il Tuo Amore, se Tu volessi esigerlo dall’Amore in eterna espiazione per la Tua Santità!»

19. E ora vedi e odi e comprendi bene che cosa successe poi, e che cosa rispose la Divinità! Il fuoco si placò, e da tutti gli spazi soffiò un più dolce alito, frammisto a tuoni ancora fortemente rullanti, attraverso le volanti rovine dei mondi disciolti, i quali da una immensità all’altra, simili a grandi lampi, ancora guizzavano brucianti. E l’Amore comprese il tuono di Dio che parlava impetuoso:

20. «Voglio mettere ogni colpa su di Te, come le rovine dei mondi sulla Terra, e Tu devi cancellare l’affronto alla Mia Santità, che è l’eterno legame fra Me e Te! E vedi, Io maledico la Terra, perché nessuna macchia contamini la Mia Santità ed Io non divenga come Te, un Dio non santo; e questa maledizione Ti sia lasciata come debito che Tu hai da prendere su di Te e da cancellare per la Mia Santità, e per lavare la Terra col Tuo Sangue dalla maledizione dell’infamia per il peccato di Adamo!»

21. E vedi, odi e comprendi bene ciò che l’Amore allora rispose, e disse quanto segue: «Grande, santissimo Dio di ogni Potenza e Forza: – avvenga secondo le Tue parole!»

22. E vedi, allora d’un tratto si spense tutto il fuoco sulla Terra e in tutti gli spazi della Creazione! E le rovine dei distrutti soli, delle terre e delle lune furono di nuovo ricomposte mediante la potenza e la forza dell’Amore esaudito dalla Divinità, e si riordinarono come erano ordinate al principio della loro formazione; tuttavia essi conservarono come eterno segno, le tracce incancellabili della loro totale distruzione di un tempo, simili alle cicatrici dell’eterno Amore, che più tardi, nel grande Tempo dei tempi, per tutti sanguinò sulla Croce.

23. E sulla superficie, nelle profondità e nei mari della Terra rimasero ancora qua e là le rovine di altri mondi, come segno della potenza e della forza di Dio e, contemporaneamente, però, anche come testimonianze parlanti delle grandiose azioni dell’Amore misericordioso.

24. E vedi e odi ancora e comprendilo bene quello che ora avvenne ulteriormente: – quando l’eterno Amore accettò le richieste, e in tal modo già in anticipo diede soddisfazione alla grande Santità di Dio, allora la Divinità, scrosciando e soffiando più dolcemente, in modo nuovamente comprensibile solo all’Amore, fece sentire il Suo santo Volere e disse quanto segue, in un discorso pieno di dolce suono:

25. «Vedi, la Tua grande Misericordia è salita in Me ed è comparsa davanti ai Miei occhi onniveggenti, ed Io ho riconosciuto nella quiete della Mia Santità la Tua grande Lealtà ed eterna Fedeltà, ed ho contato le gocce di pentimento di Adamo e le gocce di cordoglio di Eva, e Mi sono mossa interamente a compassione attraverso la Tua grande Misericordia.

26. E vedi, perciò voglio ritirare i Miei giudizi in questo tempo – e secondo la tua richiesta far effluire la clemenza in grande pienezza, …e voglio riparare il danno che i Miei giudizi hanno recato. E all’infuori di Me nessuno può riparare nulla se non Io solamente, perché nessuno è buono se non Io, il Padre santo; questo infatti sia il Mio Nome per l’avvenire, eternamente. E Tu, il Mio Amore, sei Mio Figlio, e la Santità, quale possente, onnioperante legame della Forza tra Noi e tra tutto ciò che da Noi è uscito, sia lo Spirito Santo, che deve riempire tutti gli spazi degli spazi e tutte le infinità delle infinità in tutte le eternità delle eternità. Amen! E questo lo ha detto ora il buon Padre santo. Amen!

27. E ora Tu, Mio amato Figlio, dì alla coppia pentita e dolente – e scolpisci le parole nel profondo dei loro cuori – che essi devono osservare inviolabilmente i Comandamenti dell’Amore e della Misericordia fino al termine della loro vita, e poi, nel Tempo che Io ho stabilito, voglio mandare loro un Mediatore fra Me e loro, per espiare la grande colpa e per alleviare il grande, pesante fardello della loro disubbidienza.

28. Fino ad allora, però, essi devono perseverare in ogni pazienza e mansuetudine, e il pane che ora Io voglio dare loro solo con parsimonia, devono gustarlo grati nel sudore della loro fronte, ed essi non devono diventare sazi fino al Tempo del Mediatore, che Io susciterò in mezzo a loro perfetto e buono, come Noi siamo perfetti e buoni, e santi eternamente.

29. E aggiungi loro ancora che Io ho revocato i Miei giudizi solo per coloro che osserveranno puntualmente i Miei severi Comandamenti; invece ai trasgressori tali giudizi siano comminati per tutte le eternità in ogni rigore della Verità eternamente santa, e nella più precisa attuazione alla minima trasgressione!

30. Questo dice il santo e unico buon Padre attraverso Suo Figlio, che è l’eterno Amore in Lui, e attraverso lo Spirito Santo quale Grazia operante da entrambi per il futuro perdono del peccato, il quale ora deve rendere affaticati i vostri corpi e poi, però, dovrà sempre ucciderli nella dimensione temporale per ottenere la vita dopo la morte del corpo, dopo il tempo del promesso Mediatore”.

31. Questo dice l’unico santo e l’unico buon Padre. Amen! Amen! Amen!»

Capitolo 9 Visualizzazione mobile Contatti