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Capitolo 2 La mosca

1. Non sarà sfuggito ai vostri occhi, ed avrete già osservato spesso come la mosca proceda zampettando sopra una superficie perpendicolare molto ben levigata, con le sue sei zampine, altrettanto lestamente quanto sopra una tavola che si trovi in posizione orizzontale.

2. Ma come, dunque, è ciò possibile a questa bestiolina, se si prende in considerazione che le sue zampe - quantunque ciascuna di esse finisca in due piccolissime branche appuntite - sono tuttavia oltremodo lisce?

3. Vedete, questo è già qualche cosa di meraviglioso, qualora si rifletta che sopra una superficie perpendicolare e liscia non rimane attaccata nemmeno la più leggera lanugine; a meno che non si ricorra a qualche materia adesiva; come può dunque esser ciò possibile alla mosca, senza l'aiuto di un mezzo simile?

4. Alcuni naturalisti molto diligenti hanno bensì trovato, tramite microscopi di potente ingrandimento, che la mosca e tutti gli animali della sua specie hanno fra le due branche terminali delle loro estremità una specie di campanellina vuota, molto elastica, di cui essi dovrebbero far uso come di un vero recipiente per la rarefazione dell'aria, e cioè nel seguente modo: se una mosca pone l'una o l'altra delle zampette sopra una lastra di vetro perpendicolare, essa assorbe dunque in sé l'aria che si trova nella campanellina, in seguito a che la zampa munita della campanellina, ormai vuota d'aria, rimane strettamente aderente alla summenzionata superficie, costrettavi dalla pressione dell'aria esteriore che circonda la campanellina.

5. Ma per portare ciò ad effetto, ogni mosca dovrebbe allora esser provvista di speciali pompe pneumatiche! E con quale celerità dovrebbero queste venir messe in attività, da parte di qualche meccanico incredibilmente abile, per poter corrispondere pienamente alle esigenze della mosca durante il suo zampettio oltremodo celere e quanto mai indeciso e capriccioso?

6. Vedete, una tal cosa non è tanto facile da concepirsi, quantunque la mosca sia effettivamente in possesso di tali campanelline all'apparenza pneumatiche! Ma, se essa non può mantenersi con le zampette sulla superficie in questione nella maniera supposta dai naturalisti, in qual altro modo può dunque spiegarsi la cosa? La risposta potrà essere ricavata molto facilmente dalla seguente esposizione.

7. Se avete osservato una mosca con molta attenzione, sia pur una volta soltanto, voi dovrete di certo esservi accorti che la mosca, in ogni punto del suo corpicino, è provvista di piccolissimi peluzzi e di altri minuscoli aculei a foggia di corna; anzi, perfino le sue due ali sono munite agli orli estremi d'innumerevoli pennucce appuntite in forma di raggi divergenti.

8. A cosa serve alla mosca tutto ciò? Vedete, noi ora avremo presto la desiderata risposta!

9. Questi peluzzi ed aculei non sono altro che dei veri assorbitori di elettricità, e quest'elettricità assorbita in tal modo dalla mosca, nella sua parte negativa - che è in pari tempo anche l'elemento d'attrazione o di concentrazione - affluisce senza posa attraverso le zampette nelle già note campanelline, in seguito a che queste diventano avidissime di elettricità positiva. Ma, considerando che quest'ultima si accumula dall'aria di preferenza sulle superfici levigate, è per conseguenza cosa naturalissima che la mosca debba rimanere aderente ad ogni superficie levigata, qualunque ne sia la posizione, approfittando, a vantaggio del suo camminare, della particolarità, da lungo tempo ben nota, che polarità opposte si attraggono perpetuamente.

10. Vedete, quest'è dunque la risposta alla domanda di cui sopra.

11. Ma, voi direte: "Tutto ciò avviene per cause ed effetti del tutto naturali, dov'è dunque il miracolo?". Va da sé per altro che Io non posso darvi nessun'altra risposta se non questa: "Quanto più naturale vi sembra una cosa, tanto maggiormente ha in sé del prodigio", anche per il motivo che a colui il quale vuol considerarla nel Nome Mio, non deve apparire come un prodigio passeggero e perciò di poca utilità, bensì come un prodigio permanente e quindi utilissimo sempre ed in ogni tempo; giacché, basta che si rifletta un pochino soltanto, e dovrà poi risultarvi evidente, quale dei miracoli abbia maggior importanza: o il passaggio degli Israeliti attraverso il Mar Rosso, oppure la continuità nel tipo di albero fruttifero, che produce oggi ancora le medesime frutta che produceva ai tempi di Adamo, oppure anche la nostra mosca, che oggigiorno è ancora tale quale essa era moltissimi milioni d'anni prima di Adamo! Giudicate ora da voi stessi, quale di questi prodigi sia dunque il maggiore ed il più importante!

12. Ha dunque ben maggior diritto di chiamarsi un prodigio il camminare di una mosca su di una superficie liscia - del che ognuno può sincerarsi giornalmente, per quanto poco egli abbia mai valutato nel suo cuore un tale fenomeno - che non il crollo delle mura di Gerico all'echeggiare delle trombe dietro comando di Giosuè, dal momento che tanto per la sua origine, quanto di più per la costanza nella sua riproduzione e per l'assoluta idoneità di tutte le sue parti vitali agli scopi assegnatile - nonché più particolarmente ancora, per la duplice sua utilità finora del tutto ignorata - la nostra mosca merita già di venir qualificata una meravigliosa, sì, anzi una sublime manifestazione Mia.

13. Poiché il primo prodigio accade tuttora ogni giorno molteplicemente innanzi i vostri occhi, mentre che del secondo, all'infuori che nella Sacra Scrittura, non vi è più traccia su tutta la Terra. Chi, per conseguenza, vuol ritrarre utilità dal prodigioso crollo di Gerico, quegli deve anzitutto credere a questo abbandonandosi alla cieca fede, laddove in un giorno estivo egli viene afflitto da più di mille di tali altri sorprendenti prodigi di primo ordine, i quali tutti, e spesso anche in modo fin troppo molesto, lo ammoniscono: "Guarda, o superbo ed orgoglioso uomo, quante meraviglie viventi ha creato il Creatore grande e santo, profondendole con abbondanza intorno a te, e riconosci in maniera viva in te, quanto vicino ti sta il Signore della Vita!".

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