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Capitolo 79 Dall’Inferno al Cielo, Manca il testo 1

La venerabile riunione del Consiglio

Domanda del Signore: “Che cosa dovrà essere della Terra?”

Parlano Adamo, Noè, Abramo, Isacco e Giacobbe

1. Dopo una pausa di silenzio generale, Helena Mi domanda sottovoce: “Signore, chi comincerà ora a parlare? E chi è quest’uomo venerando che siede accanto a me?”.

2. Io le rispondo pure sottovoce: “Mia carissima, a parlare comincerò Io stesso, appena tutti gli animi qui presenti avranno raggiunto la quiete necessaria. L’uomo che siede accanto a te è il padre Adamo, che visse circa seimila anni fa sulla Terra quale primo uomo creato. Accanto a lui vedi Noè e vicino il padre Abramo, poi Isacco e Giacobbe. Poi ne vedi ancora due: il primo è Mosè e l’altro è Davide. – Dopo questi sette seguono dodici uomini dall’aspetto serio, essi sono i dodici apostoli a te ben noti. – Dietro di loro si trovano ancora due apostoli: quello davanti è Paolo e quello un po’ più indietro di lui è Giuda, colui che Mi tradì. Gli altri comunque li conosci. E così ora sai in quale ben singolare compagnia ti trovi.

3. Ma ciò che tutti dovranno fare in questo Consiglio, ti diventerà completamente chiaro alla fine dello stesso. Ora però presta attenzione! Gli animi della compagnia sono giunti alla quiete, e così comincerò subito a parlare Io. Non devi però spaventarti se talvolta parlerò un po’ severo, e se qui davanti a noi passeranno delle apparizioni che non avranno certamente nessun aspetto piacevole. Ma tieniti pure strettamente a Me e presto sarai nuovamente fortificata!”.

4. Dopo questo Mi rivolgo alla compagnia con la domanda: “Figlioletti Miei! Amici Miei! Io, il vero Padre di tutti voi, Dio e Signore e Creatore dell’Infinità vi domando: vi piace ora la Terra? Che cosa vorreste che Io facessi a lei?”.

5. Parla Adamo: “Signore, Tu eterno Amore! La Terra non è mai stata peggiore di adesso, ma anche il Tuo Amore non è mai stato più grande di adesso! Fa a lei secondo il Tuo Amore! Poiché vedi, il mare, l’occhio della Terra di lontane vedute, è diventato cieco. Metti dentro un potente fuoco e lascia che la potente fiamma diventi luce nei fondali, affinché tutti i mostri si spaventino dinanzi ad essa e periscano dalla vergogna che deve essere la ricompensa finale per tutte le loro opere nere! Così vedevo e vedo quale primo uomo della Terra!”.

6. Poi parla Noè: “Signore, al Quale ho sempre pregato e conservato fedelmente la fede e l’amore! Quando circa quattromila anni fa, mio fratello Mahal si lasciò tentare ad abbassare il suo sguardo dalle sante alture verso la pianura e a fare un viaggio a Enoch, in cui Drohuit e Funghar Hellan portavano disordine, e quando una figlia di Mahal divenne regina nella pianura – vedi, Tu mi chiamasti e mi suggeristi di costruire un’enorme arca per la salvezza della mia piccola famiglia e di molti animali, animali che la Tua Potenza spinse in quella grande arca da tutte le regioni della Terra.

7. Feci come volesti Tu, o Signore. E la conseguenza mostrò a me e alla mia casa, quanto fu bene che io Ti ascoltai incondizionatamente. Allora l’umanità era malata e guasta e favoriva male per male sul suolo della Terra e profanava orribilmente l’opera della Tue Mani. Tuttavia allora accadde, in qualche ordine stabilito e ben delimitato, tutto quello che è accaduto. E la menzogna, la superbia e l’ambizione satanica non gonfiarono così il petto di quasi ogni mortale, com’è ora il caso in questo tempo sulla Terra.

8. Certamente anche allora gli uomini erano crudeli, e singoli fatti trovano difficilmente un par suo. Ora però gli uomini sono diventati iene e tigri e commettono crudeltà delle quali l’intera infinità inorridisce. Allora mandasti un terribile diluvio sui mortali e annegasti tutti gli autori del male. Che cosa farai ora, o Signore? Io però conosco la grandezza del Tuo Amore e so anche che ti pentisti d’aver annegato l’umanità, poiché frammezzo c’erano anche molti fanciulli, i quali succhiavano ancora il latte dal seno materno! Ti pentirai anche adesso di purificare la Terra, diventata mille volte più sudicia, mediante un potente fuoco, affinché diventi nuovamente degna di accogliere le orme dei Tuoi Piedi?”.

9. Poi Noè tace. E il vecchio padre Abramo si alza e chiede il permesso di parlare. Io gli dico: “Parla, poiché hai ricevuto la promessa, e questa deve essere adempiuta!”.

10. Parla Abramo: “Signore, mille o diecimila anni sono dinanzi a Te come un solo giorno! Da Te, infatti, procedono tempo e spazio, ma Tu ti ergi su entrambi. Ed il passato più remoto come il futuro più lontano sono per Te come la storia di un giorno! L’Amore è l’Essenza Tua, e la Tua Bontà sublime è la Tua Sapienza! Il Tuo Animo è morbido come la lana e soave il Tuo Cuore come il respiro serale della primavera. Tutte le Tue vie si chiamano Misericordia e le Tue guide sono la Giustizia del Tuo Cuore!

11. Quando nel paese di Canaan disputai con mio fratello per la parte di territorio, Tu guardasti il mio cuore e lo trovasti pronto alla docilità. E guarda, Tu toccasti la mia anima ed essa parlò a Lot: ‘Fratello, devi scegliere liberamente! Vedi, grande è l’estensione del suolo terreno. Perché dovremmo dunque lottare per quest’effimero possesso? Va’ via oppure rimani! Va’ verso Occidente, così io vado verso Oriente, affinché regnino concordia e pace tra noi e tra tutti coloro che ci seguiranno. Ma se tu vuoi rimanere, allora solleva il bastone verso la regione dove tu vuoi che io vada, ed io farò secondo la tua volontà. Ma qui insieme non possiamo abitare, perché tu non desideri camminare sulle vie della pace!’.

12. E Lot comprese le mie parole, le prese a cuore e disse: ‘Fratello, per me ho scelto l’Occidente; là io voglio andare. Ma sta a te la libertà se vuoi rimanere o andare verso settentrione o verso meridione oppure verso Oriente! Ovunque tu vada però, non dimenticarti tuttavia di Lot!’. E ci benedimmo e andammo – egli verso Occidente ed io verso Oriente.

13. Ma il popolo di Lot s’innalzò presto potentemente sui suoi ricchi territori e costruì Sodoma e Gomorra, e cominciò a diventare sempre più folle. Io inviai messaggeri a Lot, ma non conclusero nulla. Parecchi furono uccisi, e i pochi che tornarono, portavano sempre le notizie peggiori. E vedi, in quel tempo Tu esaminasti nuovamente il mio cuore e lo trovasti giusto dinanzi a Te. E inviasti messaggeri dall’Alto, e costoro mi annunciarono che cosa intendevi fare con Sodoma e Gomorra. Io mi spaventai e Ti pregai d’aver clemenza e Ti presentai i possibili giusti. Il Tuo Occhio però non li trovò giusti, all’infuori di Lot solamente. E vedi, costui Tu lo salvasti, o Signore! Ma Sodoma e Gomorra le lasciasti devastare col fuoco proveniente dall’alto!

14. Quando però le due città, insieme agli uomini e animali, furono seppellite nel fango, il Tuo Cuore guardò verso le città. Ti pentisti nuovamente del duro giudizio su Sodoma e Gomorra, e facesti un patto con me e mi desti la Promessa per l’adempimento della Tua grande Misericordia.

15. E come Tu mi hai promesso, hai anche adempiuto tutto fino a quest’istante. Ma le Tue promesse si estendono ancora infinitamente oltre quest’istante. O Signore! Così ricorda, ora che tutti i popoli della Terra sono nuovamente giunti in un grande fermento, il Tuo patto fatto con me! Tu conosci i nemici dei Tuoi figli e conosci la loro avidità, la loro irremovibile volontà! Non vedi i molti lupi, iene e tigri, come scavano senza coscienza e senza vergogna, nelle viscere dei Tuoi agnelli e li sbranano con infuocati denti da dragone? O Signore! Se hai potuto punire Sodoma e Gomorra, afferra ora anche i lupi, iene e tigri ed immolali quale olocausto per tutte le ingiustizie che hanno commesso verso i Tuoi figli! Ma risparmia il sangue dei giusti e il sangue dei figli Tuoi!”.

16. Dopo si alza Isacco e dice: “O Signore! Io sono la prima foglia che cominciò a mostrarsi al grande albero della vita della Tua Promessa che facesti a mio padre Abramo. Quest’albero della vita dei Tuoi figli era molto vecchio ed allo stesso tempo quasi secco nel giardino dell’amore, mentre il fecondo serpente con la sua razza riempiva ogni spazio della Terra! Ma Tu, o Signore, esaminasti la completa aridità dell’albero della vita dei figli Tuoi e lo vivificasti dalla radice fino alla punta estrema e gli conferisti una nuova santa forza germogliante! E vedi, io ero la prima foglia vivente ai rami di questo santo albero.

17. Abramo ebbe una grande gioia nel vedere questa prima foglia di verde speranza. Ma a Te, o Signore, piacque turbare la sua gioia e provare la sua fede. Gli ordinasti d’immolarmi e di sacrificarmi sul ceppo ardente. Lo facesti per mostrare al serpente quanto era forte la fede del Tuo figlio Abramo! Quando però Abramo mostrò con l’ubbidienza la potenza della sua fede, Tu guidasti un caprone al cespuglio del monte, un’immagine vivente di Satana e della sua sete di potere! Il cespuglio imbrigliò l’estremità delle corna del caprone, questo era un segno della sua riluttanza, della sua disobbedienza, della sua superbia e della sua avida ambizione. Mio padre allora dovette prendere questo caprone, immolarlo e metterlo al posto mio sull’ardente altare del sacrificio.

18. O Signore, allora potesti spingere il caprone mondano nel cespuglio e metterlo sull’altare di fuoco a testimonianza della giusta espiazione, così fa altrettanto adesso nella realtà! Poiché se allora il caprone era solo un’immagine simbolica – come io stesso fui un segno premonitore della Tua venuta al mondo e della seconda creazione mediante la Tua grande opera di Redenzione – così questo caprone è ora divenuto così grande nella pienissima realtà sul mondo che le sue corna raggiungono già ora i Tuoi Cieli. Così anche adesso edifica il grande altare di fuoco sul mondo intero! Afferra questa bestia vergognosa che si è imbrigliata da parte a parte con le sue potenti e gigantesche corna nel fittissimo cespuglio del mondo, immolala e gettala poi nel potente fuoco del grande altare infuocato!

19. O Signore, ora non esitare più, non lasciar rodere le molte foglie verdi dell’albero della vita dalla peccaminosa voracità della bestia, ma fa secondo la Tua Promessa! Poiché vedi, il tempo è giunto alla piena maturazione, ed i Tuoi figli gridano ora troppo forte: ‘Padre, vieni! Solleva la Tua Destra! Prendi la scure della Tua Giustizia ed immola la belva, la quale già comincia a spingere con le sue corna persino alla fortezza dei Cieli!’ Amen!”.

20. Dopo parla Giacobbe: “O Signore, Tu lottasti con me e non mi lasciasti andare avanti. E quando Ti afferrai, mi desti un colpo al fianco che mi lasciò zoppicare per tutta la mia vita! Il colpo però non mi fece male, poiché io lottai per amore con Te. Tuttavia questo colpo rimase poi a tutti i figli successivi, e questi sentirono ben anche il dolore. E vedi, questo dolore ora ha raggiunto il massimo grado. Oh, così libera finalmente i figli dal colpo e dal suo dolore!

21. Per quattordici anni servii per avere la celestiale Rachele, ma Tu mi desti la mondanamente brutta Lia. Io l’accettai e non mormorai. Ed ancora per quattordici anni dovetti servire e soffrire persecuzioni per avere la celestiale Rachele. Allora poi me la desti, ma lei dovette essere sterile, così che dovetti mettere un altro grembo nel suo seno, per dar vita al mio seme vitale. O Signore, questo è stato duramente previsto da parte Tua!

22. Prendi però finalmente indietro la Tua durezza! Prendi a Lia la fertilità e dalla a Rachele con pienezza, affinché la Terra diventi finalmente libera dalla maligna razza del serpente e il suo suolo lo possono calcare soli i figli della celestiale Rachele! Oh, lascia una buona volta che Giuseppe e Beniamino diventino veri figli dal grembo della celestiale Rachele e fa esaurire la fonte di Lia!”.

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