Help

jakob-lorber.cc

Capitolo 231 Dall’Inferno al Cielo, Manca il testo 2

Il sagrestano sull’uguaglianza cristiana e disuguaglianza clericale

L’officiante principale condanna “l’eretico”

1. Dopo questo discorso l’eminenza si gratta dietro l’orecchio, ma non l’officiante principale, e dopo un po’ dice l’eminenza ai suoi colleghi: “Questo sagrestano è un completo furfante! Sulla mia povera anima, se non fossi cardinale, vorrei quasi dargli ragione. Ma come cardinale non si può lasciarsi insegnare da un sagrestano!”. – Dice il sagrestano: “ O eminenza mia cara! Quanto è vero Iddio, non siamo più sulla Terra, ma siamo, come già ho detto una volta, tutti quanti nel mondo degli spiriti, cosa di cui la vostra eminenza sarebbe potuto facilmente accorgersi da diverse apparizioni, se solo lo avesse voluto”.

2. Dice l’eminenza: “Come sarei dovuto accorgermene? Avrei senz’altro dovuto sentire che sono morto – cosa che deve precedere l’ingresso nel mondo degli spiriti. Ed allora ci si dovrebbe trovare come spirito e non come uomo materiale con pelle, capelli ed ossa! Questo non è il caso con nessuno di noi. Come potremmo trovarci allora in un mondo degli spiriti? Mio caro sapientissimo sagrestano! Mi diventa sempre più chiaro che sei uno sciocco e devi essere rinchiuso in manicomio!”.

3. Risponde il sagrestano: “Non ce n’è bisogno, poiché io, finché mi trovo in mezzo a voi, sono in un collegio di matti perfettamente istituito. Perché se le eminenze non vogliono riconoscere che già da molto tempo si trovano nel mondo degli spiriti, esse devono essere interamente cieche ed incapaci di comprendonio!

4. Mi dicano loro: quanti arcivescovi e cardinali erano assegnati nel mondo contemporaneamente nel duomo di Stefano a Vienna? Qui tutti, come alti prelati, siete un centinaio! Quando mai in Vienna sono stati in carica tanti vescovi e cardinali tutti insieme? Di parecchi in una volta la storia non ne fa parola, nemmeno la chiesa romana ed i papi! Ma poiché le eminenze sono già qui riuniti insieme da alcune centinaia di anni terreni come rospi in letargo, questo non può accadere nel mondo naturale, ma assolutamente solo nel mondo dello spirito!

5. Ed allora io dico, quale uno stolto dichiarato da vostra eminenza: qui siamo tutti uguali, sebbene la stupidità terrena ci abbia oltremodo separato secondo la condizione sulla tenebrosa Terra – cosa che non sarebbe mai dovuta accadere secondo il puro insegnamento di Gesù. Gesù il Signore, infatti, disse esplicitamente ai Suoi discepoli, quando scioccamente Gli chiesero chi fra di loro dovesse essere il primo: ‘Chi tra voi è il più piccolo ed è vostro servitore, costui è il primo dinanzi a Me. Solamente Uno è il vostro Signore! Voi tutti però siete completamente uguali e fratelli senza differenza! Da questo si riconoscerà che siete miei discepoli, se vi amate l’un l’altro come fratelli assolutamente uguali. Chiunque ama il prossimo suo come fratello e non s’innalza su di lui, tranne nell’amore per lui, costui è Mio discepolo ed ha già il Regno di Dio in sé!’.

6. Eminenze mie, queste sono parole di Cristo, nelle quali è chiaramente provato che sulla Terra, specialmente nelle cose spirituali, non sarebbero mai dovuto esistere differenze di classe. Cristo, il Signore, non ha mai detto nulla di un’eminenza religiosa, ancor meno di un papa! Tutti devono essere uguali dinanzi a Lui, poiché Egli solo è il Signore sull’intera Infinità materiale e spirituale.

7. Da dove e come hanno avuto origine le differenze di classe così enormi nella cosiddetta unica vera chiesa, come in nessun’altra parte del mondo – mentre il comandamento rivelato del Signore proibisce ogni differenza di classe tra i Suoi discepoli? – Vedete, eminenze, questa è opera dell’Inferno! – Colui che venne dall’alto fu servitore di tutti e Si sacrificò per tutti. E questo è stato l’Iddio Gesù, il Signore stesso dell’Eternità! Chi però è venuto dal basso come il più ostinato avversario del Primo santissimo, costui vuole essere servito da tutti e crea tali differenze di classe, affinché la sua condizione possa apparire tanto più alta e più irraggiungibile.

8. Il potere, che i papi si sono attribuiti da se stessi, non è dall’Alto, ma dal basso! Perché sono proprio loro che calpestano con i piedi le santissime leggi della fratellanza. Chi può, infatti, uguagliarsi ad un papa e dirgli ‘caro fratello?’. Non deve ogni cattolico pronunciare il nome del papa col più grande rispetto e venerazione come fosse quello di Dio, e se un cattolico una volta va a Roma, non considera una grazia sublime essere ammesso all’udienza? Dove sono dunque i comandamenti di Cristo?

9. Le eminenze scorgeranno da questo, che sulla Terra sono stati prigionieri della più grande stoltezza anticristiana, ed in questa stoltezza sono diventate anche cittadini del mondo degli spiriti. Questa stupidità, ancora saldamente fissata in loro, è il motivo principale dal quale loro continuano a vivere nell’illusione di non essere morti. Io però dico loro di togliersi quest’illusione, la quale è decisamente contraria alla santissima Intenzione del Signore!

10. Allora comprenderanno anche facilmente che un semplice sagrestano può insegnare tanto bene ad un’eminenza quanto un’eminenza ad un sagrestano. Ed io vorrei sostenere che un sagrestano, secondo il santissimo Insegnamento, ha un grandissimo diritto di istruire un cardinale, il quale rimane cieco e stolto tanto a lungo, finché gli rimane attaccato qualcosa della grande dignità che ha rivestito nel mondo da anticristiano. Il sagrestano invece è abbastanza sotto il grado di un cardinale e perciò è anche molto più vicino all’esigenza cristiana, che non un’altezzosa eminenza”.

11. Dice l’eminenza: “Chi s’innalza da sé, costui sarà abbassato! Sta scritto anche questo! Comprende questo, sagrestano saputello?”. – “Risponde il sagrestano: “O sì, l’ho già compreso da tempo praticamente su me stesso, con me, infatti, non è mai stato il caso di parlare di un innalzamento. Il fatto, però, che elogio Cristo e la Sua santa Parola di fronte alle vostre eminenze non cristiane, non è certamente nessun innalzamento di me stesso. Si lascino ancor sempre dare il titolo di eminenza e sappiano che Cristo, il Signore, non ha mai istituito un titolo del genere! Questo è arbitrario auto innalzamento e perciò è un abominio dinanzi a Dio! Comprendono loro questo?”.

12. Dice l’officiante principale: “Vi prego miei cari fratelli, voi che insieme a me già sulla Terra sedete sui troni aurei dei cieli, smettetela di discutere con quest’eretico! Voi sapete il potere che avete. Che cosa serve al giudeo se ci schernisce e ci insulta? Noi lo condanniamo in conclave ed è in eterno del diavolo. Che cosa serve a tutti i protestanti che sono contro di noi? Che cosa ne ha avuto Martin Lutero che si è separato da noi ed ha procurato l’eresia? I milioni che sono caduti a causa del suo insegnamento, gridano continuamente vendetta contro di lui, ed egli si trova nel peggiore degl’Inferni e maledice continuamente il giorno in cui è nato. Perché è all’Inferno? Perché lo abbiamo condannato in eterno nel santo conclave. In breve, che cosa serve a tutti i nostri avversari essere contro di noi? Essi sono tutti condannati da noi e perciò è impossibile che possano giungere nel Regno dei Cieli!

13. Quindi noi condanniamo anche questo maledetto eretico, e poi dovrà vedere come arrivare nei Cieli di Dio. Io ora in mezzo a voi dico: ‘Maledetto eretico! Sii dannato per tutti i tempi dei tempi!’. Voi avete risposto amen, ed egli ha già la sua parte all’Inferno! – Vedete, dobbiamo agire così e non scendere a litigi mondani, ma fare subito un pienissimo uso, e senza scrupoli, dell’arma spirituale conferitaci da Dio! Nell’altro mondo però cominceranno a provare, in compagnia dei diavoli, come sarebbe stata loro utile l’unica chiesa che rende beati, se ad essa fossero rimasti fedeli. Allora tenderanno le loro mani a noi per chiedere aiuto. Ma noi diremo a costoro: ‘Niente da fare! Nel mondo non avete voluto darci ascolto, ed ora anche noi non vi ascolteremo! Lungi da noi in eterno, voi maledetti!’. – Allora grideranno: ‘Solo ora riconosciamo quali santi straordinari siete presso Dio e quale miserabile nulla siamo dinanzi a voi. Metteteci nel peggior purgatorio per centomila anni, ma condonateci il più terribile Inferno!’.

14. Noi però risponderemo: ‘Nel mondo vi abbiamo ammonito a sufficienza! Vi inviammo una lettera pastorale dopo l’altra, vi abbiamo dato indulgenze a bizzeffe in cambio di piccole offerte, e vi richiamammo seriamente alla confessione ed alla penitenza! Voi però ci avete solamente deriso ed avete fatto ciò che volevate! Ma qui nel mondo degli spiriti siamo diventati dei signori onnipotenti e vi potremmo aiutare se lo volessimo. Ma noi non lo vogliamo, e così anche Dio non lo vuole. Ed allora lungi da noi nel fuoco eterno, che è preparato per i diavoli e per tutti i suoi eretici servitori!’. Allora si aprirà la terra sotto i loro piedi e l’eterno abisso li inghiottirà insieme ai diavoli, e per sempre i loro nomi non saranno più ricordati. Vedete, questo noi facciamo e lo abbiamo anche già fatto a questo maledetto eretico. Ora deve vedersela lui come scampare all’Inferno!”.

15. Allora dice il sagrestano: “Ma permetterete almeno di trattare un po’ con voi? Anch’io prendo un Purgatorio di centomila anni invece del grande Inferno! Datemi dunque il Purgatorio al posto dell’Inferno! Che cosa sarà poi un tipo come noi altri bruci di più o di meno all’Inferno!”. – Grida l’officiante principale: “Aha, il fuoco dell’inferno già comincia a lambire l’anima sua, egli lo sente ed ora vorrebbe una liberazione da noi. Ma niente da fare! Via con lui all’Inferno e da tutti i diavoli!”.

Capitolo 231 Visualizzazione mobile Contatti